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Superpaz

Coconino Press, Bologna 2003

All’interno della collana “Coconino Cahiers”, un nuovo capitolo dedicato ad Andrea Pazienza, un quaderno più ricco dei disegni veloci e accurati che il grande Paz disegnava ovunque.
Il tentativo donchisciottesco di rendere un’idea del formicolare costante di una mano mai sazia.

  

 

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Cannibale

Fandango Libri, Roma 2014 .

Una parte fondamentale della produzione di Paz, da tempo introvabile, apparsa originariamente sulle riviste che tra gli anni Settanta e gli anni Ottanta hanno fatto la storia del fumetto italiano: alter alter, Cannibale, Frigidaire, Il Male, Tango, Zut e Comic Art.

Poco dopo la prima apparizione di Pentothal, Andrea Pazienza comincia a collaborare con Cannibale, dimostrando nelle storie realizzate sulla rivista di padroneggiare altrettanto bene la satira sociale. Seguono poi Il Male, e Frigidaire, frutti del fervore creativo di una redazione “particolare”, alimentata dall’en ergia di un’intera generazione. Per queste riviste, e per le tante altre con cui Andrea collabora, realizza storie attese in edicola con trepidazione dai lettori, raccolte in albi diventati mitici tra gli aficionados, e ormai da tempo introvabili. Con Cannibale  comincia la raccolta e la riorganizzazione definitiva di questa parte fondamentale dell’opera di Andrea Pazienza. Quello che colpisce particolarmente è la straordinaria capacità di cambiare registro da una storia all’altra, e da una rivista all’altra, mantenendo una riconoscibilità assoluta. Dal comico al tragico fino al grottesco, un’esplosione di sensazioni e stati d’animo che si alternano a volte nello spazio di poche vignette, costruendo con pochi tratti personaggi e atmosfere capaci di imprimersi indelebilmente nella memoria del lettore.

 

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Extrapaz

Coconino Press, Bologna 2004

I primi disegni di Andrea ad essere pubblicati sono quelli che illustrano il libro di Francesco Schianchi “La settimana ha otto dì”. Si tratta di storie e filastrocche dedicate ai bambini, ma siccome sono tempi in cui tutto è politica (il libro è del 1977), persino rime e giochi di parole hanno qui il compito di educare i piccoli alla rivoluzione. Il tono, naturalmente, è ironico e scherzoso e il tratto del giovanissimo Paz mostra in nuce già tutte le qualità che in seguito ne caratterizzeranno lo stile: immagini ricche di fantasia e di empatia immediata. Tutti i disegni sono in bianco e nero e quasi tutti rappresentano animali umanizzati (come vuole la tradizione Disney letta da Barks), dall’immancabile Pippo ad improbabili esemplari di alce con spinello in bocca. Andrea disegna anche la prima e la quarta di copertina, per il resto mette le sue illustrazioni a disposizione dei testi di Schianchi. “La settimana ha otto dì” è un albetto brossurato di 93 pagine stampato dalla casa editrice Squilibri ed è il primo titolo della bibliografia ufficiale di Andrea Pazienza.

F.Graziadio

  

 

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La settimana ha otto dì

Edizioni Squilibri

I primi disegni di Andrea ad essere pubblicati sono quelli che illustrano il libro di Francesco Schianchi “La settimana ha otto dì”. Si tratta di storie e filastrocche dedicate ai bambini, ma siccome sono tempi in cui tutto è politica (il libro è del 1977), persino rime e giochi di parole hanno qui il compito di educare i piccoli alla rivoluzione. Il tono, naturalmente, è ironico e scherzoso e il tratto del giovanissimo Paz mostra in nuce già tutte le qualità che in seguito ne caratterizzeranno lo stile: immagini ricche di fantasia e di empatia immediata. Tutti i disegni sono in bianco e nero e quasi tutti rappresentano animali umanizzati (come vuole la tradizione Disney letta da Barks), dall’immancabile Pippo ad improbabili esemplari di alce con spinello in bocca. Andrea disegna anche la prima e la quarta di copertina, per il resto mette le sue illustrazioni a disposizione dei testi di Schianchi. “La settimana ha otto dì” è un albetto brossurato di 93 pagine stampato dalla casa editrice Squilibri ed è il primo titolo della bibliografia ufficiale di Andrea Pazienza.

F.Graziadio

  

 

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Storia di Astarte

Fandango Libri

“Storia di Astarte” è l’ultima storia di Andrea Pazienza, lasciata incompiuta a causa della sua morte. Ce ne restano dieci pagine in bianco e nero dense di un disegno ricco e maturo. Astarte è il nome del cane di Annibale, che si presenta in sogno all’autore per dettargli la storia sua e del suo padrone. Una storia che percorre tutti gli angoli del Mediterraneo prima di fissare il suo evento dinamico nella campagna di Cartagine contro Roma. Astarte segue Annibale attraverso le Alpi e nella sua prima battaglia con i legionari, dalla quale si ritrae spaventato da un cane romano. L’ultima vignetta lo ritrae sdraiato e sereno con suo fratello Baal, «vicini per l’ultima volta», lasciandoci nel dubbio sulla sorte che avrebbe colpito l’uno o l’altro. Una storia dove i cani parlano con gli uomini e gli uomini, in questo caso Annibale, condividono le loro strategie con i cani. Un racconto sospeso in un passato crudele quanto glorioso, definito da un tratto straordinariamente ricco di dettagli. A pubblicarla, nel luglio del 1988, fu la rivista Comic Art diretta da Rinaldo Traini, che venne aspramente criticato da una parte dei suoi lettori per aver iniziato a presentare i lavori di Andrea. Anche Paz, a sua volta, aveva tentennato prima di accettare la collaborazione temendo che il compassato editore romano potesse proporgli di edulcorare le sue storie – sia nei temi trattati che nella rappresentazione grafica. Per evitare di incorrere in odiosissime censure si presentò con due lavori crudissimi: “Cuore di mamma” e “Cenerentola 80”. Le storie uscirono intatte, cementando la fiducia fra Traini e Pazienza, ma furono molte le proteste di parte dei lettori di Comic Art. Fra le accuse un: “Questo non sa disegnare” che fece infuriare Pazienza e lo spinse a immaginare, per il prosieguo della collaborazione, avventure più definite dal punto di vista grafico. Fra cui, appunto, “Storia di Astarte”. Particolare l’edizione curata da Fandango, dove le tavole sono state scorporate per ingrandire singole vignette e gruppi di immagini. Un lavoro certosino e necessario per poter godere dei mille particolari con cui Pazienza aveva arricchito i disegni.

Contenuti Extra

Roberto Saviano Astarte di Andrea Pazienza

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Storie brevi

Fandango Libri

“Storie brevi” è la più completa raccolta delle… storie brevi di Andrea. Per la prima volta troviamo in un unico volume l’enorme numero di lavori che si concludevano in poche pagine, fino alle tavole autoconclusive che costituiscono uno dei “marchi di fabbrica” di Pazienza. Colore e bianco e nero, politica e quotidiano, satira e commedia nera si alternano in un caleidoscopio di emozioni. La discontinuità del registro stilistico vale per l’aspetto linguistico come per la scelta del segno: Paz era uno sperimentatore e amava variare la struttura del disegno e quella della composizione grafica per adeguarle alle esigenze del racconto. Uno sforzo che appare lampante nello scorrere le pagine di questo libro, che dimostra tutta la versatilità del talento artistico di Andrea. Un volume importante, perché consente di recuperare tavole e piccoli gioielli divenuti con il tempo introvabili sul mercato, più alcuni inediti per la gioia dei collezionisti.
Il libro, pubblicato per i tipi della Fandango nel 2008, ha l’ambizione della raccolta “integrale” e ospita quindi storie uscite praticamente su tutte le riviste legate alla redazione di via Lorenzo Valla, l’immutabile luogo fisico teatro delle avventure editoriali di un gruppo prolifico quanto disordinato e caciarone: Cannibale, Il Male, Tango, Zut, Frigidaire e altre.

F.Graziadio

  

 

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Francesco Stella

Coconino Press, Bologna 2002

Pazienza aveva poco più di venti anni quando inventa il personaggio di Francesco Stella. O forse sarebbe più corretto dire “I” personaggi di Francesco Stella, perché più che di un uomo sembra che qui si parli di una moltitudine. La sua prima “interpretazione” si deve a “Cannibale”, dove Andrea lo fa debuttare a colori nella surreale “Francesco Stella: 1936”, ma è sulle pagine di “Frigidaire” che Andrea si diverte a confondere le acque sempre di più. In un caleidoscopio di colori sgargiantissimi un ignoto narratore-critico musicale celebra la scomparsa della rockstar Francesco Stella ripercorrendone la biografia in una serie di tableaux surreali. “Francesco Stella, vita e gite” esce nel febbraio del 1981, otto tavole senza vignette, in cui il racconto è affidato alle didascalie e ricche di immagini che vedremo spesso scelte – isolate – per rappresentare il talento grafico di Pazienza.
Il volume “Francesco Stella” viene pubblicato nel 2002 dalla casa editrice Coconino, il cui direttore artistico è Igort, vecchio amico di Andrea e spassionato ammiratore del personaggio. Oltre a “Francesco Stella: 1936” e a “Francesco Stella, vita e gite” il libro ripropone anche il racconto di guerra “Aficionados”, di cui abbiamo scritto a parte. Il tenente a capo del blindato protagonista dell’avventura coloniale è infatti un ex maestro di tennis livornese che risponde al nome di… Francesco Stella. Stavolta forse nel suo travestimento più riuscito.

F.Graziadio

  

 

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Campofame

Edizioni Di, Castiglione del Lago (Pg) 2001

“Campofame” è la storia dell’uomo che uccise la morte e delle conseguenze di questo atto impossibile. Nel 1987 il poeta Moreno Miorelli spedisce a Pazienza le fotocopie del poema di Robinson Jeffers e Andrea inizia a lavorare alla storia. L’esito è un viaggio duro che, nella prima parte, affida a rare didascalie il difficile compito della narrazione e a un segno ricco e maturo il compito di raffigurare le visionarie immagini di Jeffers. Quasi muto il surreale corpo a corpo fra Campofame e il Mietitore; cupo il tratto, con colori spessi a iscurire la tavola. Rari tagli di luce illuminano Campofame, mentre il rosso del sangue si sparge sempre più lucido fra i disegni. Quando avviene l’impossibile sulla terra non muore più nessuno, ma nessuno lo ringrazierà per questo. Persino la vecchia madre, per la quale ha lottato con la Morte, si rivolterà dura contro di lui, rivelandogli l’inferno che è la sua vita al netto della pietose bugie.
Campofame esce sulla rivista di Rinaldo Traini “Comic Art” e viene stampata in volume su “Zanardi e altre storie” e poi come titolo a sé dalla Edizioni Di nel 2001. Quest’ultimo volume raccoglie “Campofame”, i disegni realizzati da Paz per il poema “Tre canti” dell’amico Miorelli e la “Testimonianza” di quest’ultimo sul suo rapporto con Andrea Pazienza.

F.Graziadio

  

 

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Bestiario

Editori del Grifo, Montepulciano 1992

Andrea Pazienza si è sempre vantato di essere capace di disegnare «qualsiasi cosa in qualsiasi modo» e la sua padronanza nel disegno a mano libera, il modo in cui riusciva a creare figure complesse e dettagliate senza alcuno sforzo apparente costituivano, da parte dei suoi amici-colleghi della banda del Male e di Frigidaire, l’oggetto di una invidia fortissima e ripetutamente espressa in pubblico. Un talento, quello del disegno, che troviamo in tutti i libri, in tutte le storie di Paz, ma che trova nel “bestiario” la sua più naturale ambientazione.
Qui, infatti, Andrea disegna senza l’assillo del racconto. Come spesso accade per le sue cose, Pazienza riesce comunque a raccontare anche con due tratti di pennarello apparentemente casuali, ma la libertà dall’obbligo della narrazione figurativa gli regala la possibilità di esplorare forme e mondi senza alcuna restrizione. Il risultato è un volume che affascina per la ricchezza e la varietà del suo contenuto, dove convivono potenti ritratti in pennarello nero e complesse composizioni a colori finemente tratteggiate.
Andrea amava gli animali (ma non amava prendersene cura, ammise in una breve autobiografia) e amava osservare. Sfogliando il libro troviamo la tensione plastica dei felini a riposo e prima dell’azione, la cura per il dettaglio di piccoli insetti, paperi e non solo umanizzati in omaggio all’amato Barks. Disegni realizzati per l’Agenda verde di Legambiente fra il 1984 e il 1987, poi esposti alla Fiera del fumetto di Lucca ed infine raccolti in volume da Editori del Grifo nel 1992. Nelle 240 pagine che lo compongono, oltre a disegni e illustrazioni troviamo i testi di Fulco Pratesi e Marina Comandini. Nell’edizione del 2002 (Edizioni Di), anche un intervento del suo amico e pittore Moreno Miorelli e un brano tratto da “Una estate” dello stesso Pazienza. L’edizione proposta da Little Nemo è invece particolare: solo 350 esemplari in carta Fedrigoni da 170 grammi con le prime dodici copie numerate in cifre romane e contenenti un disegno originale di Andrea.

F.Graziadio

  

EDIZIONI SUCCESSIVE

  1. Edizioni Di, Castiglione del Lago (Pg) 2002

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The Great

Primo Carnera Editore, Roma 1988

Il volume esce a pochi mesi dalla sua scomparsa e raccoglie storie e disegni pubblicati per la prima volta su Frigidaire. Vincenzo Sparagna ha suddiviso il materiale inedito in volume fra due titoli “pirata” per ottenere il miglior risultato economico possibile, operazione affatto gradita ai familiari di Andrea: “The great”, per l’appunto, e “Cose d’A Paz”. Un disappunto dovuto alla scelta di Sparagna di fare cassa assemblando in questi volumi anche disegni che Andrea aveva scartato per il suo puntiglioso perfezionismo (leggi rispetto per i lettori).

Il libro conosce un immediato successo commerciale e conquista il pubblico grazie alla freschezza dei suoi contenuti. Insieme a disegni sparsi e illustrazioni realizzate per la prima, seconda, terza e quarta di copertina l’antologia ripropone tredici storie brevi uscite su Frigidaire dal 1980 al 1986. Storie brevi, alcune brevissime, dove ritroviamo intatta la poetica di Andrea Pazienza. Il tratto è quello discontinuo che caratterizza la sua frenetica produzione di quegli anni. A racconti caratterizzati da un disegno semplice e lineare si alternano quelli dove Pazienza sperimenta le evoluzioni del suo segno grafico. Il linguaggio è quello che lo ha reso famoso: intimo, confidenziale, godibile e i temi affrontati con la sua dissacrante ironia sono i più vari, secondo la consuetudine delle collazioni.

F.Graziadio

 

 

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